I sagrati delle cento chiese

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I mille anni di storia della Città le hanno consegnato un patrimonio artistico di grande pregio, tanto che il suo centro storico è uno dei più estesi dell’Italia meridionale. Aversa è nota come Città dalla cento chiese.
Ed è proprio alla Diocesi, la seconda per importanza in Campania, che va ascritta la proprietà delle maggiori opere artistiche ed architettoniche presenti in città. Dalla cattedrale di San Paolo, con il suo splendido deambulatorio romanico e la sua maestosa cupola ottagonale, alla stupenda chiesa barocca di San Francesco delle Monache.
Il Duomo, tra l’altro caratterizzato da una delle più grandi cupole ottagonali del mondo, possiede un San Giorgio e il drago che si annovera tra le poche sculture preromaniche presenti nell’Italia meridionale.
Le facciate delle chiese sono spesso precedute da un piano abitualmente elevato dal livello stradale, con gradonature di accesso che prendono il nome di sagrato.
Esso ha la duplice funzione di creare una zona di rispetto tra il luogo sacro e la pubblica strada o piazza, e di conferire, unitamente alla sua scala d’accesso, una sorta di basamento alla facciata.
Uno degli scopi dell’intervento è anche quello di riordinare i flussi della mobilità e di stimolare alla modalità ecologica, mediante la predisposizione di percorsi pedonali/ciclabili gradevoli, protetti e continui. Infatti, gli spazi recuperati, seppur non direttamente interessati, sono tangenti alla Zona a traffico limitato, ai punti di snodo del bike sharing.
Dunque, la riqualificazione degli spazi pubblici contribuirà a stimolare l’utilizzo di percorsi pedonali e ciclabili.
Ogni singola operazione di cui si compone l’opera assicura un obiettivo di incremento delle attrezzature e dei servizi pubblici mettendosi in sinergica relazione spaziale-funzionale con la costellazione delle altre attrezzature pubbliche e servizi di interesse collettivo già presenti nel raggio di 700 m dai confini del lotto.
Inoltre, gli spazi funzionali ricavati dalla riqualificazione del palazzo de Rebursa possono assicurare nel centro della città nuovi servizi per il turismo.
L’intervento si propone di recuperare e valorizzare i Sagrati delle Chiese del centro storico, per risolverne il problema dell’identità, con soluzioni che ne amplino le funzioni e ne riducano le criticità prodotte dai processi di trasformazione urbana e generalmente presenti nel connettivo della città.
Uno scopo fondamentale dell’intervento è di sensibilizzare l’opinione pubblica sullo spazio architettonico del sagrato, rendendo le Chiese luoghi vivi da ricollegare anzitutto ai quartieri in cui nacquero, che testimoniano le profonde e feconde relazioni intercorse tra la Chiesa, gli Ordini religiosi, la società e la cultura aversana.
L’iniziativa, condivisa e sostenuta dalla Arcidiocesi di Aversa, coinvolge la Cattedrale di San Paolo, ed alcune chiese nel centro della città intervenendo sul fulcro storico della stessa.
Nello specifico si tratta di opere scelte per il valore artistico storico urbanistico ed architettonico.
Saranno recuperati i sagrati della chiesa di Santa Maria a Piazza nei pressi del Castello Aragonese che ospita il tribunale di Napoli Nord; della Chiesa di San Domenico, in piazza Plebiscito, chiusa dal terremoto del 23 novembre 1980 ed in via di riapertura ; della Chiesa di Santa Maria del Popolo in via Castello, di San Nicola di Bari, della Cattedrale di San Paolo e, quello più complesso dell’insula del convento di San Francesco delle Monache e della contigua piazza don Peppe Diana con il recupero di palazzo de Rebursa ed il recupero della Cassa Armonica di piazza Principe Amedeo. L’obiettivo è quello di assicurare ai sagrati, nell’attuale condizione di traffico, aree pedonali, caratterizzate da pavimentazioni differenziate da quelle carrabili. Le pavimentazioni carrabili saranno restaurate con il recupero degli antichi basalti. Si è definita un’opera di restauro e di rifunzionalizzazione del palazzo De Rebursa e con l’occasione di intervenire e mettere in luce l’antica fabbrica. Saranno recuperati gli antichi archi, così come tutti gli altri elementi che hanno un valore artistico culturale ridisegnando il panorama che si è trasformato negli anni.
All’interno del palazzo de Rebursa verranno recuperati spazi polifunzionali da destinare ad uffici pubblici (anche in open space) e a sale espositive.
Il Documento di Orientamento Strategico (DOS) individua nell’analisi SWOT tra i punti di debolezza una “grave sottoutilizzazione del potenziale turistico e degrado del patrimonio storico culturale, non riconoscibilità dell’identità dei luoghi” (W9) e un mercato del lavoro fragile (W6), tra i punti di forza invece evidenzia la disponibilità di spazi/contenitori da riutilizzare (S6) e la presenza di associazioni per la cultura, lo sport, il sociale, la mediazione e l’integrazione culturale, lo sviluppo economico (S9) e importante dotazione di beni di valenza storica artistica (S8).Pertanto, uno degli obiettivi è generali è “Valorizzare e sostenere le vocazioni territoriali nei percorsi di sviluppo locale, con particolare riferimento alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale, dell’impresa turistico-culturale ed enogastronomica”. L’intervento si inquadra sotto la linea di sviluppo “LS III – OPPORTUNITA’ E VOCAZIONE” del DOS ed è coerente con gli interventi: iii_b_1, iii_b_2, iii_b_3, iii_b_4, iii_b_5.
L’intervento viene cofinanziato con l’Azione 6.8.3 – “Sostegno alla fruizione integrata delle risorse culturali e naturali e alla promozione delle destinazioni turistiche” dell’Asse X del POR FESR Campania 2014-2020.

Il costo totale dell’intervento ammonta a € 2.923.758,87 di cui € 2.482.276,88 di finanziamento PO FESR 2014/2020 e € 441.481,99 di cofinanziamento Comunale.